Comportamentismo Il comportamentismo classico è una filosofia della scienza che nasce agli inizi del 1900, in aperta contrapposizione alle due scuole più importanti dell'epoca: lo strutturalismo ed il funzionalismo ed ai rispettivi oggetti di studio, la struttura e le funzioni della mente. Con il comportamentismo, lo studio del comportamento umano viene effettuato con metodi differenti, ed il campo viene ampliato alla ricerca della fisiologia e della psicologia animale. La premessa teorica del comportamentismo è la possibilità di raggiungere la spiegazione dei fenomeni psichici di ogni organismo animale, a condizione che non ci siano riferimenti a concetti non suscettibili di verifica e che le spiegazioni siano cercate solo sui materiali osservati. Si elimina, cioè, ogni richiamo introspezionistico ed ogni spiegazione analogica. Guardando alle cause che, nella situazione presente, stanno con evidenza alla base del comportamento attuale degli individui, la teoria comportamentista contrasta apertamente con le tradizionali teorie dinamiche, le quali inferiscono i motivi, i conflitti, le disposizioni dell'individuo. Watson è l'interprete più convinto della nuova prospettiva di ricerca; egli pone le basi concettuali che orienteranno tutta la ricerca psicologica statunitense fra le due guerre mondiali e buona parte di quella europea in seguito. Lo stesso Watson dice: "La psicologia, come la vede il comportamentista, è una branca, puramente oggettiva e sperimentale, delle scienze naturali. Il suo scopo teorico è la predizione ed il controllo del comportamento. L'introspezione non costituisce una parte essenziale della sua metodologia, ..." Watson sostiene che la psicologia ha il compito di studiare le condizioni obiettive che determinano il comportamento, l'indagine viene limitata all'individuazione del semplice dato fenomenico suscettibile di misurazione; volutamente si eliminano i contenuti mentalistici e tutto ciò che riguarda il mondo simbolico, mentale ed intenzionale, non considerato oggetto di ricerca scientifica. Importante è stata l'influenza di Pavlov, soprattutto per quanto attiene al carattere naturalistico e antiintrospezionistico delle sue ricerche. Il comportamento umano viene spiegato con le stesse modalità che si usano per il comportamento animale: si individuano catene causali di stimoli e risposte, viste come unità minimali del comportamento. Si è detto del comportamentismo che, dinnanzi alla difficoltà o impossibilità di cogliere gli aspetti interni dell'organismo, si è rivolto unicamente alle connessioni organismo-ambiente. Gli stessi comportamentisti contemporanei non risparmiano critiche alla teoria elaborata da Watson, definendola meccanicistica, riduzionista ed ambientalista; l'ambiente, infatti, è considerato sempre attivo mentre l'individuo resta passivo finché non viene stimolato: gli stimoli sono sorgenti di energia che vanno a colpire gli organi di senso della persona e le risposte sono movimenti ed azioni di parti del corpo. In questo modo si evidenzia l'impossibilità di studiare i fenomeni complessi, anche la psicologia non può qui essere intesa come scienza storica e dello sviluppo. Il modello watsoniano verrà sottoposto ad una revisione teorica, concettuale e sperimentale e darà luogo a due indirizzi che si esprimeranno nelle teorie della contiguità di stimolo e risposta, rappresentata da Watson e Guthrie e alle teorie del rinforzo con Thorndike, Skinner e Miller. L'indifferenza verso la fisiologia e quindi verso le condizioni interne dell'organismo, propria di Watson, trova una posizione più equilibrata nella revisione neocomportamentistica, lo stesso si può dire per il campo dei significati fenomenici. Possono così essere ripresi concetti come fine, motivazione, impulso ed intenzione; si assiste ad un progressivo abbandono del primitivo riduzionismo e la teoria comportamentistica diventa più aderente alle modificate condizioni della ricerca scientifica, con maggiore aderenza alla realtà fattuale. Il movimento avviato da Watson stimola quindi la ricerca di laboratorio e dà vita ad una grande varietà di teorie dell'apprendimento; un contributo importante è offerto dal comportamentismo intenzionale di Tolman, dalla teoria oggettiva del comportamento di Hull. Ma sono soprattutto il comportamentismo radicale del già citato Skinner e l'intercomportamentismo di Kantor a dare forma sistematica alla psicologia del comportamento, dotandola di posizioni chiare circa l'oggetto di studio, la metodologia ed il rapporto tra ricerca di base e ricerca applicata. Skinner, del comportamentismo watsoniano conserva la convinzione che il compito della scienza psicologica sia prevedere e controllare le variabili che possono influenzare il comportamento. A differenza di Watson, interessato solo al comportamento osservabile, egli rifiuta il dualismo corpo-mente ed è convinto che i processi mentali possano essere studiati con la metodologia delle scienze naturali. Skinner ha analizzato sistematicamente e sperimentalmente il rapporto tra il comportamento e le sue conseguenze nell'ambiente, arrivando così ad evidenziare un fenomeno non spiegabile ricorrendo ai principi del condizionamento pavloviano, da qui la necessità di introdurre un nuovo concetto: quello del condizionamento operante. Skinner effettuò una serie di esperimenti utilizzando la "scatola di Skinner", una gabbia che gli permetteva di osservare il comportamento di un ratto che imparava a premere una leva per ottenere del cibo: chiamò la leva risposta e il cibo rinforzo. Inizialmente l'associazione tra risposta e rinforzo era casuale, in seguito il topo agiva sull'ambiente per ottenere il rinforzo e l'azione diventa intenzionale. Il rafforzamento del comportamento può derivare sia dalla comparsa di un rinforzo positivo, sia dalla cessazione di uno negativo. Skinner studia, inoltre, diversi programmi di rinforzo intermittente che chiamerà "schedules" di rinforzo, per ottenere risposte analoghe alle situazioni della vita quotidiana. Uno stimolo originariamente indifferente può assumere carattere di rinforzo se collegato ad un rafforzatore efficace divenendo in tal caso rinforzo secondario. I rinforzi secondari sono operanti in situazioni sociali: il denaro ne rappresenta un esempio, lo stesso si può dire per i rinforzi verbali di incoraggiamento; i rinforzi primari, invece, possono presentarsi in situazioni di isolamento sociale. Altro esponente della teoria comportamentista è Kantor, egli elabora il concetto di interazione, in particolar modo interazione fra le funzioni dello stimolo ambientale e le funzioni della risposta, Kantor privilegia come oggetto di studio la coordinazione dell'organismo all'interno di un campo. I fattori che prendono parte ad un atto comportamentale sono sia le funzioni stimolo, sia le funzioni risposta, sia i fattori del setting. Del comportamentismo watsoniano, Kantor dice che: "Il suo più grande merito sta nell'aver promosso l'evoluzione della materia verso lo status di scienza naturale… Notevoli cambiamenti si sono resi necessari prima che potesse diventare autentico comportamentismo…". L'integrazione del comportamentismo radicale skinneriano con l'analisi intercomportamentale di Kantor, fatta da Bijou e Baer negli anni sessanta, rappresenta la più recente evoluzione della psicologia comportamentale. Gli studi dei sopraccitati autori riguardano in modo particolare la ricerca in età evolutiva, tali studi trovano immediata applicazione nelle pratiche educative. Nel corso dello sviluppo ci sono interazioni continue fra un bambino che si evolve dal punto di vista biologico ed i cambiamenti dell'ambiente; queste interazioni cambiano sia l'individuo, favorendo lo sviluppo della personalità, sia l'ambiente. Queste interazioni avvengono nel corso del tempo, con l'età e da modalità comportamentali semplici si va, via via, verso quelle più articolate definendo lo sviluppo psicologico dando forma alla personalità individuale. Poste queste premesse si arriva ad una definizione di ritardo mentale in termini di ritardo evolutivo. Quando una persona è ritardata, non è solo la componente mentale ad esserlo, ma viene coinvolta l'intera personalità, infatti, con le parole di Bijou diciamo che: "Il ritmo di acquisizione di comportamenti nuovi e di abilità successivamente più complesse dipende dalle opportunità rese possibili dall'equipaggiamento biologico dell'individuo e dal suo ambiente socioculturale…". Ciò che caratterizza un'opportunità interazionale in termini evolutivi è una condizione stimolante per la persona, una successiva risposta ed una conseguenza rinforzante. Il bisogno di individuare interventi efficaci per il recupero di bambini con deficit, ha favorito un dialogo fra cognitivisti e comportamentisti per arrivare a riconoscere che struttura e funzioni sono spesso correlate, entrambe determinate dalla pressione selettiva degli eventi ambientali; la lettura è un esempio di sviluppo coordinato, perché sia utile deve tener conto di entrambi gli aspetti. Il comun denominatore di tutte le metodologie comportamentali è la misurazione puntuale di comportamenti specifici in relazione a cambiamenti sistematici apportati. Il metodo sperimentale è proprio degli psicologi comportamentisti, e consiste nel far variare le condizioni di stimolo in modo da osservare, sistematicamente, quali modificazioni di comportamento conseguono a ciascuna variazione dello stimolo. In un certo senso, tutti gli orientamenti della psicologia si affidano all'osservazione comportamentale, si pensi al Rorschach, al TAT, all'osservazione in condizioni di stress. La differenza sta nella modalità di utilizzo delle informazioni osservate: per la psicodinamica il comportamento è manifestazione indiretta, sintomo delle motivazioni profonde della persona; per il comportamentismo, invece, il comportamento osservato è un campione dal quale trarre direttamente le variazioni stimolo-risposta. Il metodo di misurazione diretta del comportamento comprende sia l'aspetto verbale sia quello non verbale, il rilevamento delle conseguenze sul piano fisiologico delle reazioni emotive. Può essere il soggetto stesso a fornire le informazioni richieste grazie alle tecniche del self-report e del diario quotidiano. Altre importanti informazioni sono fornite dalla misurazione delle modificazioni corporee con la registrazione poligrafica, ad esempio si rileva il battito cardiaco con l'elettrocardiogramma, il grado di attivazione della corteccia cerebrale grazie all'elettroencefalogramma. La correlazione tra queste differenti misurazioni spesso tende a non essere molto alta e di natura assai complessa, per questo è utile far uso di diversi test; una eccezione è costituita dalla grande connessione tra le aspettative in merito alla auto-efficacia ed il comportamento in questione. La terapia comportamentale, secondo Bandura, si fonda sulla valorizzazione delle aspettative personali circa le proprie capacità, e funziona perché induce il soggetto a credere di poter far fronte alle difficoltà. Quindi, ogni metodo in grado di consolidare la fiducia nella propria efficacia personale si dimostrerà valido, i metodi migliori sono quelli che consentono al soggetto di sperimentare il successo in modo diretto.Il metodo di valutazione comportamentale non analizza solo ciò che le persone fanno, dicono o pensano, ma anche le condizioni che regolano quanto viene fatto e detto. Compito di questa metodologia è dunque il determinare gli stimoli che possono costituire un rinforzo nel comportamento personale, ed inserirli in programmi di terapia che tendono a modificare il comportamento, verso posizioni più positive e vantaggiose. Molte difficoltà esistono nel trovare rinforzatori efficaci con alcune persone, per esempio bambini, persone con problemi cronici di comportamento o con personalità antisociale con i quali gran parte degli usuali rinforzatori si mostrano del tutto inefficaci. Per stabilire quali condizioni determinano il comportamento e quali condizioni sono in grado di controllarlo (fine ultimo della metodologia comportamentista) si utilizza l'analisi funzionale, vale a dire l'analisi precisa delle covariazioni tra modificazioni nelle condizioni di stimolo e modificazioni in una ben precisa modalità comportamentale. Spesso è utile ricorrere allo studio dei gruppi per ottenere risultati più generalizzabili; il ricercatore mette a confronto tra loro gruppi che ricevono lo stesso trattamento, eccezion fatta per la variabile che il ricercatore stesso sta manipolando. L'aspetto più rilevante del contributo delle teorie comportamentiste nel campo dell'applicazione è costituito da nuove metodologie per produrre modificazioni del comportamento.Tali forme di terapia cercano di modificare il comportamento problematico in quanto tale, enfatizzano i comportamenti anziché la radice storica del problema, ed utilizzano i principi che regolano l'apprendimento. La desensibilizzazione sistematica serve ad aiutare l'individuo a superare le proprie paure o ansie. Con questo metodo il soggetto viene esposto cognitivamente, tramite l'immaginazione, ad una serie selezionata di stimoli ad intensità progressiva a carattere avversivo o inducenti fobie. Allo stesso tempo si aiuta la persona a dare risposte incompatibili con l'ansia, per esempio il rilassamento muscolare; gradatamente l'ansia evocata dallo stimolo viene ridotta, e viene rafforzato il vincolo fra stimolo e reazione di rilassamento. La desensibilizzazione costituisce un metodo valido nella modificazione degli stati fobici e nella riduzione di quelli ansiosi. L'apprendimento tramite osservazione consente di modificare forti reazioni emotive compresa la paura: è il metodo del modellamento. Diverse sono le tipologie del modellamento, simbolico (attraverso filmati), dal vivo a partecipazione guidata. Quest'ultimo è particolarmente efficace, si prenda l'esempio di un esperimento effettuato con persone con fobia verso i serpenti. I soggetti fobici inizialmente osservavano modelli dal vivo mentre interagivano coraggiosamente con il serpente, quindi il modello invitava il soggetto a toccare, accarezzare poi a prendere in mano il serpente. Questa catena di azioni progressivamente più "difficili" da affrontare, portava i soggetti fobici ad una diminuzione se non addirittura alla scomparsa della fobia stessa. Le due tecniche sopra riportate indicano come neutralizzare stimoli in grado di evocare reazioni emotive negative; anche uno stimolo valutato in modo positivo può essere neutralizzato tramite controcondizionamento. Quest'ultimo stimolo viene presentato contestualmente ad altri stimoli in grado di evocare reazioni estremamente pensose, gradatamente lo stimolo di origine tende ad acquisire alcune delle proprietà emotive di tipo avversivo evocate dallo stimolo penoso con il quale è avvenuta l'associazione. Il controcondizionamento si utilizza con persone che sono in difficoltà perché vengono sollecitate positivamente da stimoli che la maggior parte degli individui della propria cultura percepiscono come neutri o negativi. E' il caso del feticismo e dell'omosessualità. L'efficacia del trattamento dipende sia dalla motivazione a cambiare, sia alla presenza di trattamenti periodici di sostegno. L'orientamento comportamentista si pone in alternativa sia alla visione medica della psichiatria sia al metodo inferenziale della psicodinamica per quanto riguarda i concetti di adattamento e di devianza. I comportamentisti non giudicano l'adeguatezza o l'anormalità di un individuo in termini complessivi, il terapeuta del comportamento si rivolge direttamente al comportamento specifico. La devianza deriva da un tipo di apprendimento sociale inappropriato, è possibile reimparare. Per modificare comportamenti disadattati, si ricorre alla sottrazione del rinforzo, cito a questo proposito gli esperimenti di Hawkins con bambini iperattivi. Quindi il disadattamento comportamentale può essere modificato alterando le conseguenze cui esso conduce: si ritira l'attenzione, l'approvazione. I terapeuti comportamentisti hanno solitamente trattato comportamenti di natura specifica e ben definibile; molti individui, però, soffrono di disturbi di natura più generale e non chiaramente delineabili. Da qui la necessità di aiutare la persona a mettere a fuoco, nel modo più preciso possibile, le proprie difficoltà in termini comportamentali. La metodologia applicativa contemporanea fa ricorso, generalmente, alla combinazione di diverse strategie di apprendimento.Le critiche che vengono mosse oggi alle terapie comportamentiste riguardano la durata della modificazione del comportamento, la possibilità di utilizzare le abilità apprese nella vita reale, la capacità di esercitare l'auto-controllo al di fuori della situazione terapeutica. La critica più spesso mossa alle terapie del comportamento, è che non tengano conto delle cause che stanno alla base del comportamento problematico, e perciò ne mantengano inalterate le radici, limitandosi a produrre la modificazione al solo livello del comportamento, con la concreta possibilità che si verifichi una sostituzione del sintomo. Ci si chiede, in altre parole, se le modificazioni prodotte dalle terapie comportamentiste siano modificazioni di base della personalità, o se esse si limitino a comportamenti circoscritti, di carattere minore. Il fenomeno del sintomo sostitutivo si può avere quando il trattamento si è rivolto principalmente a rimuovere il comportamento problematico, senza procedere al rafforzamento di modalità alternative più adatte. I programmi di modificazione del comportamento discussi in questa sede tendono a dimostrarsi essenzialmente efficaci.